Poesie di Sira
(TUTTI I DIRITTI E GLI UTILIZZI DELLE MIE OPERE SONO RISERVATI)
GOMITOLI DI FANCIULLEZZA
Giochi di cera si sciolgono nella fanciullezza,
fiocchi di capelli si snodano a fil di lana.
Le campane ridondano,
le siepi ondeggiano,
i gessetti rimbalzano nei cuori
all'ora tardiva del sole appisolato.
Le biglie ruotano di vita
nei labirinti di vetro
e si osservano le costellazioni...
Affusolata dagli anni,
le luci della città mi abbagliano
dal
grattacielo di cemento.
ContrariaMEnte
Calpesto i granelli di terra
che sprigiona fuochi d'artificio dal suo cuore.
Mi arrotolo come riccio
e mi distendo come panno al sole...
Gioco a nascondino
e corro passi di libertà...
Lenta e impalpabile vela,
veloce e invisibile luce...
Sono cristallo e ferro,
seta e lana, pensiero e corpo.
Margherite si disperdono nell'aria,
roteano i pensieri;
bottoni si cuciono al fresco lino,
si radicano i pensieri.
Caldo mantello mi copre la schiena,
freddo ghiaccio mi raggela.
Sono e non sono,
ramifico su una tenda buia di stelle,
mi distacco dal suolo
e volo nel morbido turchino.
Meraviglia dinnanzi a me...
Il contrasto di me stessa.
L'ACQUAZZONE BUSSA AL SILENZIO
Ovattato giorno, gremito di silenzio...
Ti spezza, come tocco di pane, un taglio di stormo.
Frastuono e piume plumbee si perdono sullo sfondo di rosei cirri
e l'osservare s'appresta in un tono su tono,
vedendo calar tormalina nera, dopo l'echeggiar di un tuono.
Le orecchie sono un risuonar di caverne,
la pelle è scivolo d'acqua piovana...
Corrono le teste sotto ombrelli dipinti
e gli arti tremolano nel fresco umido dell'aria che si dipana.
I funghi di un bosco son cuori infreddoliti,
i rumori s'allontanano smemorati,
oltre l'orizzonte di rossi tetti pergolati.
Dai comignoli fumano fili di legna e vaniglia
e si sferra nuovamente il silenzio
tra
la calda lana e la morbida ciniglia.
TASCHE DI MERLETTO
Ho una gonna arricciata
con le tasche di merletto,
passeggio e dentro ci metto
un po' di parole e mandorle,
sabbia e vento,
foglie e ciliegie.
Con le parole
scolpisco un pensiero
che abbia sapore di mandorle.
Con la sabbia
disegno ombre
che cancello col vento.
Con le foglie
creo un mosaico
che coloro con le ciliegie.
Ho le tasche vuote,
mi distendo,
risvolto le fodere di merletto
e ritrovo le carte luccicanti
che un tempo conservavo,
le incollo agli occhi
e mi specchio nel loro luccichio.
Con lo sguardo ombreggiato
di rimmel e carta
sento ancora il profumo di caramelle
e
riempio le mie tasche d'infinito.
LA TRAIETTORIA DELLE STELLE
Seguiamo la traiettoria
incandescente delle stelle,
solo allora potremo cadere sulla terra,
illuminando
il mondo.
LE MILLE SETE
L'ebano è mogano,
la perla è ambra,
la sabbia è terra,
il sole è luna,
l'acqua è aria,
la parola è roccia.
Tutto è uguale, tutto è prezioso...
Il fiore è nuvola,
la goccia è vapore,
il sale è calce,
la farina è miele,
la lava è torrente,
il suono è silenzio.
Tutto è uguale, tutto è prezioso...
L'anima si veste d'agata verde,
rocca sapiente dell'universo...
L'uomo è scrivano del tempo,
è quiete disarmata,
l'uomo è figlio dell'arte,
pellegrino e pastore.
Il latte è mare,
la lana è carta,
la sera è calamaio,
la seta è corda,
il lume è carbone,
il burro è pensiero.
Tutto è uguale, tutto è prezioso...
Siamo l'umanità che si scioglie,
come morbida briglia, verso la libertà.
REGALAMI UNA LUCCIOLA
Regalami una lucciola tra le sterpi brune,
tutto mi è estraneo in questa giostra di giorni...
Osservo il panorama da una ruota di luna
e mi sospendo di vuoti.
Dolore si accorda in me...
Vedo pedine di dama mosse da fili,
guardo nei loro occhi ciechi
e ascolto con le loro orecchie sorde.
Silenzi di movenze volano tra velature di indifferenza
nei cuori scolpiti di pietra.
Sequenze di marionette girovaghe e disperse
si infuocano al sole senza vederlo
e si abbandonano ad arsure,
incaute dei suoi raggi pungenti.
Lo spezzar dei fili è l'inizio della vita...
Si entra in corridoi specchianti...
Senza tensori dell'esistenza si va verso di essa,
alla scoperta di luccicanti forzieri del tempo perso,
di fiori che sbocceranno...
Regalami
una lucciola tra le sterpi brune.
CEDRI
Vaporizzanti cedri
solleticano il giorno appena sorto,
brezza mattutina, figlia delle stagioni,
assale il paesaggio che ancor sbadiglia
con il canto del gallo.
La gente va lenta a passeggiar
e i bimbi corrono a giocar,
nella scorrevole Domenica.
Vaporizzanti cedri
solleticano il mezzodì a festa...
Dalle case odoranti di pane e pasta,
pomidori e crostate,
il vociare familiare caldo e gaio
filtra dalle porte
e canti e risa si mescolano
al parlare del vento con gli alberi.
Vaporizzanti cedri
solleticano il tramonto
e tutto si quieta nella sera bluette,
la cena è più silenziosa e romantica,
il gallo non canta più
e si sprofonda in divani
di sogni e speranze.
La notte si avvinghia ai cedri,
sulle sponde...
Chissà se il giorno del domani
sarà pieno della loro asprezza
o ricolmo di aromatiche bucce gialle
da grattugiare su veli di farine...
LATTE E ROSE
Ho voglia di tuffarmi nel cotone,
nel latte caldo della nonna;
di udire le campane nel giorno di festa.
Ho voglia di sdraiarmi su letto di fiume
e rallegrarmi dei tamburelli di pietre;
di annusare le rose e il basilico,
di affogarmi in un aromatico caffè,
poi risalire e prendere ossigeno...
Ho voglia di tempi infiniti
in
cui perdermi e ritrovarmi...
ANIMATRIOSKA
Emozioni fluttuano
dalle scatole intarsiate di noi stessi...
L'anima è variopinta matrioska;
l'uno dentro l'altro i suoi volti,
l'uno dentro l'altro i suoi occhi
a scovar il nostro recondito,
il nostro infinito...
L'uno dietro l'altro
i fogli sfoglianti di vita
son antichi timonieri di vele
che sospirano alle correnti
e che donano pennellate di speranza,
disegni di colibrì sospesi...
Così siamo noi,
in balia dell'aria e dei mari,
scatole d'ostriche...
ciondoli dondolanti
all'ancora di un approdo.
PELLE D'OCA
L'oca naviga sulle acque belle
e pian piano s'increspa sulla pelle.
Mentre la legna tutt'intorno è umida,
s'incendia un fuoco nell'anima timida.
La natura si scardina dal paesaggio,
mi attraversa al mio passaggio.
Il tramonto dell'oggi
si sfuma all'alba del domani,
tra i suadenti poggi
ed io sono il vento e le foglie...
Dondolo
di vimini è il pensiero che m'accoglie.
CARA MAMMA
Cara mamma, aeroplano d'infinito,
ricordo i tuoi voli...nutrimento d'amore.
Indossavo le tue scarpette e le luccicanti collane
per giocare a diventare grande e tu mi imboccavi di sole,
mentre nella stanza un tintinnio di pentole
accompagnava i nostri giochi.
Cara mamma, pregiata gemma in me cucita,
scrigno aperto d'amore, dama di cuori
e brillante miraggio nel deserto delle mie emozioni...
Donatrice di vita e sogni...
di quei sogni che non conoscono dissolvenza...
L'anima scalpitante di echi mi parla
ed io custode di questo tuo dono, la ascolto
e sento la bellezza di perdermi nella sua inesauribilità.
Io e te siamo come cielo e nuvole, luna e stelle,
mare e onde...bene divampante tra terra e fuoco.
Cara mamma; neve d'Inverno, rosso d'Autunno,
primula di Primavera, ciliegia d'Estate...
sei
tutto questo per me.
ORLO D'ORGANZA
Orlo d'organza, orlo di precipizio...
Mi riempio di te, vuoto, mi riempio di nulla.
Potessi sentirti assoluto niente,
non udirei, non vedrei, non toccherei...
Vorrei, come vorrei...
per non affondare nella granulosa oscurità,
cui il viver conduce...
ma ti assaggio e tu mi ormeggi appena sull'orlo,
ove muto in equilibrista.
Il coglier l'assolutezza del vuoto
mi conduce alla pace dei silenzi,
ma poi...che bello è udir sonagli,
sfiorar con le dita di nastro affusolate i velluti
e veder con gli occhi stralunati alabastri luccicanti.
No, niente, ti lascio alle spalle!
Vado a udire gioiosi strimpelli,
a solleticarmi i piedi sui prati,
ad assetarmi di panorami...
Vivere
è già abbastanza...
LA RUPE INCANTATA
Scoglio, figlio della terra e del vento,
grinze di vita eterna su di te.
Quanti sguardi e baci hai potuto vedere
e voci udire nel tempio del mare.
Dal pontile ti guardo,
sembri sempre lo stesso,
ma nei secoli cambi aspetto.
Forte scultura sentimentale,
pari un vecchio gigante,
rapitore d'anime,
estasiante roccia
raccoglitrice di sospiri.
Scoglio; sei fortezza, pienezza e dolcezza,
una magica rupe a cui aspirare.
Sei ninfa o principessa imbalsamata
re di sasso o sirena incantata.
Tante leggende sulla tua storia,
ogni
tua ruga è viva memoria!
PAILLETTE DI STELLA
Un riccio si schiude ed io sbadiglio,
sussurra il fenicottero rosa sul lago ammantato
e il cuore batte rallentato.
Il sacro riposo si fa spazio
nel giorno disegnato dal tempo
del sole, della luna e del vento.
Una libellula nell'aria rumoreggia,
una brezza assottiglia le narici,
mentre la sera di china blu lievemente arpeggia...
Muoio, scrivo e rinasco ogni volta,
la Fenice mi parla e mi è amica
nell'anima appena raccolta.
Si chiudono le palpebre come boccioli,
si rilassano gli arti come rami di salice
e bevo un divin sonno dal prezioso calice.
Il sogno squarcia la mente
e in una paillette di stella cascante
grido
nel silenzio il mio desiderio assordante.
MondAMAro
Pugno di guerra
muta in palmo di fiori.
Schiaffo di rabbia
muta in carezza di ramoscello.
Calcio di stizza
muta in passo verso l'altro.
Triste sparo
muta in pistola di coriandoli.
Graffio di odio
muta in solletico d'amore.
Tirata di capelli
muta in acchiappa coda nel giro giostra.
Spinta di egoismo
muta in generoso abbraccio.
Broncio lungo
muta in sorriso gentile.
Mondo tondo e amaro
muta
in zolletta di zucchero.
CONNUBIO NATURALE
Cantate fringuelli e fruscii,
guizzate pesci e zampilli...
La foresta parlante è verde vellutante,
strisciante di serpi spietate,
ma nel suo cuore abitano
maschere dipinte di mandrillo
e saltano corpi brillanti di rane.
Cantate fringuelli e fruscii,
guizzate pesci e zampilli...
L'oceano fluente è azzurrità splendente,
navigante di squali affamati,
ma nel suo profondo s'aprono perlate conchiglie
e nuotano maculate murene.
Cantate fringuelli e fruscii,
guizzate pesci e zampilli...
La sabbia inonda i languidi mari
e l'acqua irriga i ramati terricci...
Vola pappagallo aliblu
e grida gioioso panciarossa...
Nuota orata argentea
e ribrilla plancton infuocato dall'onda...
Le nostre mani sono conche d'acqua e sale...
Il mondo è connubio...
Meraviglioso
cerchio monumentale.
FILO
D'INCHIOSTRO
Campanule rintoccano ad incontrar desii,
montagne di rame brunito si disperdono in cerchi di lago.
Mani gentili son boccioli soffusi di nebbie mattutine,
rami si inchinano al vento e foglie si scagliano al cielo.
Rimbocco le emozioni tra le grinze dell'anima
e
a filo d'inchiostro pende il mio cuore.
ZAFFERANO
Sentimento si posa sui petali setosi
e tocco il vellutante sbocciar di semi interrati.
Colgo dal viola dei fiori, pistilli rossi di zafferano,
li porgo al tostar del sole e vado a rimescolar il riso.
L'oro
si mischia alle risa e gioia scende dagli alberi della pioggia.
SOLTANTO UN ATTIMO!
Soltanto un attimo,
solo uno!
Ripeto,
soltanto un attimo,
solo uno, per sognare!
Ma l'attimo è già andato...
Il sogno per vivere
ha
bisogno dell'eternità.
PERDUTO AMORE
Clessidra che scandisci
sabbia nella tua ampolla,
ogni tuo granello è un sentimento
che si annida nel castello di specchi
dai mille volti riflessi.
Sono volti che sorridono,
perché sospesi ai fili infiniti
che traboccano dai cuori
affaccendati a stendere battiti.
Languidi occhi in tempesta,
ora dormono su letto di lavanda
con la loro metà che li intreccia
nel dolce fluire di effluvi essenziali
che si propagano sulla pelle rosa...
E tra le canne da zucchero
si apre il fienile di speranza,
finestra ingiallita del tempo che fu.
L'amore è finito sotto le intemperie
grigie
dissipate nell'anima.
IL PAESAGGIO DEI PASTELLI
Coloro di pastelli
i gradini del tempo,
salgo sulle loro pietre
e le scalfisco di graffiti...
Graffi di sale e solitudine si espandono
oltre le pezze colorate della memoria.
Frastagliate creste montuose,
fonte di lunghi respiri,
mi baciano dagli orizzonti
temperati di nuvole
e affondo le dita nell'atmosfera
d'evanescente eterno.
Foulard di fiori
avvolge i miei timori,
i passi si distendono
all'ombra di salici piangenti
e scivola una lacrima di gioia
sui cammei dei pregiati giorni.
Coloro di pastelli
i sentieri delle aromatiche vie...
Lì ritrovo la mia sagoma,
la raccolgo nel cestino di caldo vimini
e la porto alla fonte...
Acquerelli
nella mente...
ALBA D'ALBICOCCA
Bacche rosse e zucchero filato,
alba d'albicocca
nel frammento d'acqua marina
che si bagna di cielo.
Forgiato è il flebile ramo
e duttile il vaso d'argento
che espande in me
compensi floreali.
Ho colto la fiamma
e scacciato la flemma.
Ho cinto l'amore
e soffiato il colore
nel vetro dei giorni d'attesa
e alla tristezza non mi sono arresa.
Ho sempre visto un pezzo di felicità
nel mio orizzonte.
CON I PIEDI E CON LE ALI
Pigiami appesi alle stelle
e ancore agganciate ai sogni...
Nuvoletta che spunti dalla testa
sei insidiosa di fantasie...
Piedi e ali si incontrano
lungo il cammino
puntellato di domande...
Interrogo la bocca della verità
e apro scrigni di lamponi di bosco.
Ancore appese alle stelle
e pigiami agganciati ai sogni
vi ho tirato con forza e con amore...
Ora indosso pigiama di ancore e di stelle
e sporca di lamponi non ho risposte,
ma
le mie utopie tra le mani.
PAPAVERI TRA I CAPELLI
Tovaglia a quadri rossi,
picnic tra i papaveri...sogno lontano...
Rinchiudo nella borraccia acqua e anice
e nei tovaglioli pane e salvia.
Sporta di vita dal profumo aromatizzato
sul lungo fiume dei desideri.
Sassolini nelle scarpe getto in acqua
e scintillanti schizzi butto agli occhi.
L'anice mi parla di me bambina
e la salvia mi salva dalla velata malinconia.
Il paniere è ricolmo d'allegria,
corro e scopro che tu non sei mai andata via,
bambina mia...
Col secchiello rosso
e la ruota del mulino che gira
giochi ancora felice
e voli nel mio corpo di donna.
Che bello essere a metà
e so che anche alla soglia degli ottanta
la mia donna bambina non mi lascerà
e
avrà sempre i papaveri rossi tra i capelli.
VOLO DI UN RITRATTO
Indaco e porpora,
la strada si sgretola
l'increspato cielo s'addensa
nei rivoli dell'appartenenza.
Rossi e azzurri i pensieri
s'incamminano nel labirinto
e decespugliano i rovi sonnecchianti,
ormai abbandonati
tra fontane assetate
e lampioni adombrati.
Gli unguenti di resine
si spalmano agli alberi feriti
e cicatrizzano medicamentosi,
anche i tagli dell'anima.
Un ritratto anticato
è caduto dal chiodo
e ora giace impolverato
sul pavimento.
Lo raccolgo e non c'è più,
è volato via...
Aveva i capelli rossi
e gli occhi azzurri.
NEL CUORE DEI GERMANI REALI
Cerchio d'acqua
intorno ai germani reali
dagli afflosciati colli,
intenti nella caccia al tesoro.
Amami, non disperdermi...
Sognami, non spegnermi...
Pianta il mio cuore
nella terra fresca
e fallo fruttare
di dolci ciliegini
che si aggrappano
ai verdeggianti gambi
di fogliame e speme.
Con semi croccanti di sesamo
creo maracas improvvisate
per strapparti sorrisi
e rubo rossetti alle attrici
per infuocarti le guance.
Somigliante a un clown
mi rallegri con le smorfie
fiduciose d'eterna felicità
e stai con me al gioco dell'amore
che dura il tempo di una vita.
Siamo germani reali
in cerca di tesori,
ma
ci siamo già trovati!
IL GIORNO SOSPESO
L'anziano farfuglia,
il bimbo bisbiglia,
la nuvola è sulla guglia
e rotola come una biglia.
Un panorama si affaccia
dagli occhi del colle
e in un istante incanta le folle.
Sulla panchina una fanciulla siede da sola,
sul filo sono stese le candide lenzuola
che ondulano tra la terra e il cielo,
mentre lei è annebbiata da un fumoso velo.
Un signore ride con zelo,
rimbalza sulla malinconia della triste fanciulla
e nel suo rallegrar si trastulla.
L'umore è diverso
nel dolce far nulla
del giorno perso...
Tristezza si mesta a stupore e gioia,
tra
paesaggi, emozioni e dolce noia...
DINDOLÒ DELLA SERA
Scorgo la tenda
dei drappi di luna
che da una nuvola svetta,
la sorseggio piano
e ne mangio una fetta.
Mio dindolò,
preludio del sonno,
il giallo limone
scende dalla scala nera,
i miei passi son sopra
i gradini della sera.
Cammino e respiro
prima di affondare
nel ciglio notturno
tra ribes e cicale.
La civetta mi guarda
al di là della tenda
con i suoi occhi,
palloni di luna
e mi cinge il corpo
con la sua piuma.
È morbida la notte
ed è bella da vivere
nel sonno incosciente
che cattura la mente.
Dindolò, dindolò...
Dormo contenta
e
la luna si è spenta!
LA PETINEUSE DEL TEMPO
La petineuse riflette rossori,
bagliori incipriati di rosa,
occhi impastati di nero,
capigliature di rame,
piumino di talco.
Smaltati pensieri
di tinte bianche e nere
e pellicole di seppia
girano in ruote cinematografiche.
La petineuse nel quadro anticato...
Occhi di nonna,
occhi di mamma,
occhi di donna.
Mi perdo in sguardi
intinti
di castagne.
NON SENTO I GRILLI
Non sento i grilli
verdeggiare
in tempesta tremula
sotto le foglie timide
dell'albero in fiore.
Si espande il fiato
in folate di vento
che piegano steli
e spezzano petali
dal colore settembrino
della malinconia.
Sparo baci
e soffio conchiglie
nel telefono senza fili.
Spero che qualcuno
ascolti i miei echi
di donna solitudine
e di perla antica,
mai sazia di luce.
Non sento i grilli
verdeggiare
nell'atavico suono
delle
mille speranze.
INDORATE SFIORITURE
La
Ballerina bianca si disperde in piroette d'infinito,
la Cinciallegra canta all'unisono con le risa dei passanti,
il Pettirosso sfuma le sue piume tra i pastelli in fiore...
È il trascorso di boschi vivi che rumoreggiano
con il decantare dei rami...
Ora sussulti dal cielo
o soli tiepidi si susseguono...
Il castagno lancia i suoi scrigni,
mentre il cedro albeggia e tramonta.
I palati son d'acacia,
gli occhi d'uva,
i passi rallentati all'appassir dei fogliami.
Sussurrano i legni di faggio,
parlano le ruggini sfiorite,
merletti raffinati di fronde scrivono parole indorate
su
fogli di cielo.
TOCCO DI CETRA
É tocco di cetra, il tempo che immagino...
Nel giorno incongruente, nell'ora inconcludente...
Tornelli nella mente, voragini, sassi grigi si spaiano
e si ripete l'asfissia di un presente che anela ad un futuro diverso.
É tocco di cetra, il tempo che immagino...
Lillà nel cuore di rugiada malinconica,
profumo di felce spazza via la polvere
dei desii bistrattati dalla famelica realtà.
É tocco di cetra, il tempo che immagino...
Infiorescenze disperse
si azzuffano a capolini di fiato
nel sonno sospeso...
Suono di cetra del tempo che immagino
bussi alla mia porta intrecciata di ranuncoli,
soave e bellissimo incombi...
É tanta l'emozione di
immaginare di immaginarti.
CORE
Core regio
giovane anemone
nebulosa sapiente,
tenerezza zampilla...
Lasciando dolci ciliegie germogliare.
LA SIRENATA DI STELLE
Scolpite conchiglie sono nacchere d'acqua
e cannolicchi appesi all'alghe sono campane tubolari.
Scruto le profondità dei miei amati mari
e mi specchio in sassi madreperlati, in rocce lunari...
Odo stelle marine che schioccano tra le dita fine, di sirene sopraffine.
La mia pelle s'intaglia in fluorescenti squame,
mi perdo in suoni suadenti di note belle...
Mi ritrovo in una sirenata di stelle.
(Dedicata alle mie nonne, Rosaria e Maria Rachele)
DOLCI RIMEMBRANZE...
Zucchero è un ricordo, lo mordo ...
Tappeto filante sotto i miei minuti piedi,
secondi di voce lontana, eco di scrigni gioiosi,
oro di ore passate che mai torneranno.
Vago in un presente silente ... mi scorre tutto, davanti al niente.
L'armadio dei profumi è aperto,
la morbida mollica ornata d'olio posa su bianca porcellana,
profondo corridoio rotolante di balocchi scorre,
doni di pulcini turchesi e cipriati pigolano.
Zucchero è un ricordo, lo mordo ...
Casa di cera e miele,
di pasta e sale
di frolla e ricotta
di cannella e vincotto.
Zucchero è un ricordo ...
nel forno del cuore lo sciolgo.
In uno specchio intarsiato,
sospesa ai tuoi fili di perle, un'immagine colgo ...
Ho i tuoi occhi di caffè,
ho le tue mani cocenti,
ho i tuoi capelli ribelli,
ho il tuo passato nel mio presente ...
Sono zucchero flambé,
pensiero ardente di te.
CORNICE
Fiori bianchi di latte,
seta bianca di brina
è dolce mattina.
La neve si adagia pian piano
e si avvolge ai rami scricchiolanti,
tra i viali spiccano due amanti.
Un cappotto blu cobalto si fonde
con un cappotto rosso fuoco,
le loro mani sono annodate,
mentre volteggiano nell'aria
i loro cuori di Cupido.
Un bisbiglio si eleva,
forse un ti amo o sei il mio tesoro ...
Ora nel bosco vedo un ramato castoro
che fruga tra le ghiande, mietendo il suo oro
che non è che il tempo che scorre prezioso ...
Ora sta sfiorando il cappotto dei due amanti
e con la sua coda li incornicia,
nell'immagine più bella della vita.
E PENSO...
Oggi il sole ha una coperta,
tra i cieli d'Inverno si riflette in vapore argenteo.
Lo fisso, posso guardarlo, non acceca l'occhio attento
e penso...
Questo sole può essere una biglia incandescente da far rotolare
o una grande palla da far sobbalzare...
Può essere un volto dipinto nell'immenso
o un vecchio giradischi che accarezza melodie
e penso...
Può essere un giallo frisbee con cui giocare
o una bellissima rotonda sul mare.
S'effonde un buon profumo d'incenso,
ora il sole sfuma dalla sua coperta glassata di gelo,
non posso più scrutarlo, ma sento il suo tiepido fuoco sulla testa
e penso...
Ora è divenuto cappello da pittore che copre il mio capo a tutto tondo...
Passeggio e disegno di fantasia il mondo.
L' ANTICA QUERCIA
Coltre di legno ricopre le membra,
collage di resina e carta carbone
ricalca antichi centrini di nuvole.
Le dita si allungano e suonano affusolate,
pianoforte di giovinezze addormentate.
Tasto bianco è il bel pensiero,
tasto nero è l'oscuro veliero
che naviga cieco sull'onda di un bolero.
Ricurva gobba sotto l'antica quercia ...
pelle sottile d'ostia, sguardo di nocciole tostate,
testa di bianco piumino.
Prezioso bagaglio di giorni ...
di parole e silenzio ci adorni,
ambrato amuleto la tua mente,
ti prendo per mano, anziano sapiente.
ANELITO DI VIOLA
Siedo su di un'altalena speziata,
foglia in controvento ondulante
grinzosa tra le mani di vita amata.
Accartocciami, levigami, sospendimi ...
Disegnami di un brivido tremolante,
del mio sogno errante.
Sentori di castagne glassate, cortecce mielate,
aghi mentolati si vaporizzano sconfinati
nel bosco dei muschi smeraldo, di giallo incastonati.
Sorvolo e brucio in una stagione,
colgo ogni attimo d'emozione
in questa vita bramosa ...
Sento anelito di viola, del pensiero odorosa.
LA LAVANDAIA TRA LE LAVANDE
La lavandaia pensierosa
percorre il viale di caldo grano bruciato,
da ravvivare ha il bucato.
Baldanzosa e affannosa,
passo, passo, giunge al ruscello
ornato di fiori e radura erbosa.
Cala i panni all'acqua scrosciante
e lava e rilava col panetto bianco
e un po' di cenere nel vaso,
mentre essenza d'oliva allieta il suo naso.
Scorre l'acqua e con lei i pensieri
che elabora la mente,
colei che desidera e lascia andare,
senza tempo ti fa oscillare,
con alcuna parola da raccontare,
ove vige solo il pensare.
La lavandaia tra le lavande si riposa,
con la cesta di panni profumosa
e in un attimo che diviene eterno,
dalla Primavera all'Inverno,
con il lilla si sposa.
(Dedicata a mia madre e alle sue sorelle)
CUORI DI STOFFA
Muri di stoffa e colore,
poche monete...tanto amore.
Drappo di fiori...una gonna a campana,
filo di scozia...golfino di lana.
Scampolo fumoso d'antico rosa
srotola veste morbida e graziosa.
Tessuto grigio perla
sbrina i giorni della merla...
La stufa dei desideri vive al centro della stanza...
Mani di fata...una danza.
Grande è la cucina,
cerchio di donne a sferruzzar maglina.
Sono felici, fanno giravolte,
creano ruote...scacchi matti colorati,
i loro cuori spensierati.
Filano merletti...pensieri di merli incantati,
ricamano pizzi...pezzi di sogni intarsiati.
Donne...mani d'ago e fili screziati,
con occhi di sentimento bagnati...
colano di vita e d'allegria...
funambole di sogni e fantasia.
TRECCE D'ARIA
Archi di ginestre s'aprono come finestre
in campagne assolate.
La vita si muove
e volano coccinelle...
E cantano i grilli...
Si sfregano i palmi di timo al limone,
finocchio selvatico e menta.
Trecce d'aria e sale s'arrampicano alle rocce,
il respiro si tuffa in pendii di mare
e stridono i gabbiani d'ali bianche.
SONO CHIOCCIOLA
Sono chiocciola...
Vivo con la materia che mi sovrasta.
Mi trascino, il corpo è pesante...
La mia casa è marmorea,
le pareti trasudano onice
e le scale affondano in sabbie quarzose...
Poi la vita oltre le cose, mi trasforma...
Sconfino dal perfetto ingranaggio,
dal mio involucro di sempre e volteggio lontano,
dove conta solo il respiro, dove conti solo le stelle,
dove canti petali di mille rose.
Lieve, non tocco più terra,
libro nel pallido purpureo dei giorni
e sento ametiste dentro me...
Poi gli arti si chiudono e mi riavvolgono nel mio guscio.
Sono chiocciola...
Tu mi cingi, oh corpo...
Compagno di vita, nemico dell'eternità,
viva sostanza dell'esistenza, mobile prigione dello spirito...
Sai, è bello sconfinarti...
Sento che lì, dove svanisce la materia,
risiede una rara bellezza.
TEMPO
AL VENTO
Fuscelli
di pensieri al vento filosofeggiano
tra la terra e il mare e il lungo dormire si desta.
Un fiume solca il suo letto,
il tempo di una lacrima.
Una baia accarezza le sue acque,
il tempo di un sorriso.
Le emozioni della vita si issano
pietra dopo pietra, fino a svettare...
E un tocco di cielo è suon di vertigine.
Tutto è piccolo e grande sulla sommità...
Poi il vento si placa e la vita si riaddormenta,
nell'attesa di un battito d'ali,
un
cinguettio che la risvegli.
CREPITII
Un fuoco scoppietta crepitii dell'anima,
un bucaneve si chiude come scrigno
al raffinato gelo che sottile accarezza.
Passi di passeri si sciolgono in un volo
e si allungano i becchi gialli di parole,
fondendosi in echi di fuliggine.
Il dubbio di certezze radicate
si palesa nella mente e si cammina
nel tintinnio di domande senza risposta.
Il passo rallenta ed entra nel tepore di un tè,
tra libri e scartoffie di pensieri.
Dal vetro luccicante, folate si animano,
alzando cappelli all'uncinetto
e sobbalzando capelli di seta
che si impigliano in sciarpe frangiate...
Il giorno corre e la mente cammina...
Alzo gli occhi, scivolo su di un arcobaleno
e la mia incertezza si perde
nel confine perimetrale di un dolce biscotto,
mentre il fuoco
scoppietta crepitii dell'anima.
TULLE
Tulle nubilo...
evanescente desiderio del giorno...
nido d'ape in me annidato sciogliti in miele...
Sii dolce balsamo per le mie crepe,
sii fluido fatato per l'ipocondria del tempo.
Sii giallo girasole innamorato delle iridescenze del fuoco,
sii spiga ardente, sii slanciata calla,
sii soffione che si sbriciola al vento.
Celle dorate di silenzi e vuoti
districate l'assenza del mio sentire,
slegatemi, lasciatemi fluire...
Sono tempera di lapislazzuli che si espande
nel dipinto senza
volto dell'esistenza.
OLIO
DI NOCE
Ozio tra le paglie intrecciate
di una sedia laccata di bianco,
travaso l'ore passate...
Sento il sapore dei teneri gherigli di noci,
delle bacche rosse, il lieve suono
allo sfregar di labbra, dei fili d'erba.
Adesso l'ora è un tiepido giorno
fatto di tramonti e malinconie,
è olio di noce, che piano scorre
e impalpabile si dilegua.
Ozio e ti osservo oh mio tempo, così fugace e prezioso,
così lento e scarno.
Attendo il sapore dell'ore che verranno...
Le sogno lente e preziose, eteree...
Brezze di mare che si diffondono, senza dissolversi...
Fiumi in piena che donano perle ad ogni respiro!
RESTAR NEL FOCOLARE
Cinguettii mi parlano dal balcone di ferro,
mentre i baci del sole riscaldano la pelle e la castana chioma.
Sento lontane fontane che guizzano oltre i muri delle case
e soffi di voce nei lunghi silenzi.
Tutto intorno si risveglia;
sbocciano le grandi magnolie che paiono bocche decantanti poesie...
I mughetti son profumieri che distillano ardenti profumi,
gli alberi son falegnami del nostro esistere,
le farfalle son piccole sarte del vento.
In questo tempo, la normalità diviene sogno...
Una passeggiata, una stretta di mano, un abbraccio...
Ora tutto è fermo, ma torneremo a essere magnolie,
mughetti, alberi, farfalle...Decanteremo poesie nei teatri,
distilleremo profumi, saremo falegnami del tempo e sarti del vento.
Un dovere mi pervade, restar nel focolare,
mentre fuori eroi dal cuor zecchino lottano per ridonar la vita.
Il meriggio mi invita a uscire,
ma
un dovere mi pervade, restar nel focolare!
CHERUBINO
Cherubino, ali di piume,
guance scarlatte, labbra rubino...
Volta celeste si apre sulle teste
e noi sovrappensiero ci aggrappiamo
alle corse di un triste tram tram.*
Cherubino, prendimi e portami sulla luna,
voglio guardarti occhi negli occhi
e scartare chimere una ad una.
Insegnami a sospendermi nei vuoti
e a riempire di verde i vasi sui davanzali scarni...
Cherubino, portami nei tuoi dipinti,
col mento tra le mani e il naso in su
a immaginare i tuoi voli,
lontano dalle malinconie,
distante dalla staffetta del nulla...
Portami tra i cuscini ricamati di sapienza,
fa che io dorma e che una volta sveglia,
sia seduta sul tappeto volante
che taglia le alte siepi e accarezza i quadrifogli...
Cherubino, baciami la fronte
e portami lì, vicino al cielo,
sul
più alto monte.
*Tran tran diventa tram tram, come collegamento al mezzo pubblico: "Tram."
,