STORIE BREVI DI SIRA
(TUTTI I DIRITTI E GLI UTILIZZI DELLE MIE OPERE SONO RISERVATI)
La famiglia di cristallo
racconto per famiglie in crisi.
Il calco dei sogni
racconto sui sogni.
Soffiamore
racconto sull'amore
che vince il male
L'uomo elastico
racconto sulla conoscenza di sè
Il canto della megattera
racconto sulla forza dell'amore
Il mare era calmo e si increspava con i colori del cielo. Nel suo animato fondale viveva una gigantesca megattera, bella e lucente con una voce incantevole. Cantava sempre, emettendo un suono soave, perché voleva comunicare con il mondo esterno, ma soprattutto voleva amare ed essere amata. Era un esemplare raro e unico, in quanto nella sua specie solo i maschi producevano canti prolungati per il corteggiamento, ma lei riusciva ad emettere la lirica più profonda ed intensa, tanto era forte l'amore che racchiudeva dentro di sé. Pareva una soprano cullata dal mare! Chiunque passasse nel luogo delle serenate, ascoltava il suo canto, gridando di gioia per risponderle e lei a sua volta cantava più intensamente. Per la megattera era bellissimo poter avere un contatto e trasmettere emozioni. Però col passare del tempo si sentiva sempre più sola, nonostante la gente le rispondesse, perché non le bastava più; la megattera voleva amare ed essere amata! I giorni scorrevano tristi, ma con il suo suono divino che continuava ad emettere, tutto intorno diventava più bello. Sugli scogli cominciarono a crescere i fiori ed in particolare uno mise radici su di una roccia molto vicina al luogo del canto della megattera. Era un giglio colore del tramonto, tigrato e vellutato. Ogni giorno ascoltava la voce della megattera e se ne innamorava sempre più, emanando un profumo intensissimo che si espandeva tra le onde e la brezza marina. La megattera iniziò a sentirlo e se ne innamorò anche lei, ma da dove proveniva? Cercò la sua fonte ed infine la trovò nel giglio tigrato sullo scoglio. Si guardarono intensamente e il giglio, innamorato più che mai, si colorò di rosso rubino, come il cuore del cetaceo; mentre la megattera, pervasa da quell'amore, provò un intenso brivido, la sua pelle si increspò ed assunse un colore chiaro scuro, diventando tigrata, come i petali del giglio. Si amavano follemente, ma come facevano a stare per sempre insieme? La megattera d'istinto voleva strappare il fiore dallo scoglio e portarlo per sempre con sé, ma non poteva perché senza le sue radici sarebbe morto. Il fiore d'istinto voleva condurre la megattera a sé e farla vivere per sempre sullo scoglio con lui, ma ciò era impossibile; la megattera senza la sua acqua sarebbe morta. Il loro era un amore irrealizzabile, ma ogni giorno si guardavano e comunicavano con le loro essenze. Intanto il mondo diventò più profumato, con un suono soave in sottofondo e sulla riva del mare blu, un pittore dipinse una megattera tigrata con un giglio rosso rubino sul cuore.
Il nascondino della felicità
racconto sulla felicità
Una leggenda narrava che il grosso piede di un orco tirò un calcio alla felicità e la catapultò non si sa dove, nascondendola agli occhi di tutti. Era bella la felicità...Ma chissà in quale lontano luogo si celava. In quei tempi, una grande ricercatrice di nome Gaia, visse la sua vita per scovare la felicità. La cercò ovunque...In fondo al mare, sui grattacieli, nei campi di grano, nei frutteti, sopra le nuvole, nelle cascate, negli occhi della gente, nei sorrisi; la cercò in ogni più sperduto angolo dell'universo, perché l'orco l'avrebbe potuta lanciare ovunque, anche sotto la più piccola foglia. La cercò nei fiori, nelle bacche vermiglie, nei fondi di caffè, nei gusci di noce, nella luna, nel sole, nelle stelle, nei profumi, nella neve, nelle gocce di pioggia e nel vento, ma la vera felicità non la trovò. Che peccato! Sarebbe bello averla a portata di mano, riporla in un cestino, come dei semplici pomodori rossi e portarla a spasso con sé! Gaia però non si arrese, sapeva che da qualche parte doveva esistere, ma dove? Dove la poteva trovare? Arrivò fino alla sua vecchiaia, con tante rughe e tanta stanchezza, senza riuscire nel suo intento. Piangeva Gaia e avvolta nella sua tristezza, guardava il lungo viale alberato, intrecciato di rami, che rappresentava la sua vita. Si arrese all'impresa ardua che l'accompagnò in tutti i suoi giorni, la felicità non sapeva proprio dove potesse essere! Poi le si avvicinò un fanciullo che le posò tra le mani un fazzoletto bianco ripiegato su se stesso, Gaia lo aprì per asciugare le sue lacrime ed in quel preciso istante si accorse che la felicità si era nascosta proprio lì, tra le sue pieghe. Non appena smise di cercarla, la tanto agognata felicità la raggiunse e con semplicità fluì dentro di lei per l'eternità. A volte bisogna smettere di cercare per trovare...La felicità è proprio così, come un fazzoletto bianco ripiegato su se stesso nel nostro cuore, ad ognuno di noi la scelta se aprirlo o meno...Gaia è lì che aspetta, di incontrare il nostro sorriso.
Desideria
racconto sulla libertà
C'era una volta una fanciulla di nome Desideria. Era molto romantica e viveva in un nobile palazzo seduta su di un trono, in attesa del suo grande amore. Desideria aveva impresso nel suo cuore un suono meraviglioso che la riportava a quando era bambina e solo colui che fosse riuscito a riprodurlo l'avrebbe avuta in sposa. Tutti avevano il desiderio di conquistarla ed ogni giorno anche i più grandi musicisti si presentavano a palazzo, suonando le melodie più belle. Suonò per lei Vladimino, il più grande suonatore di violino, ma lei non provò nessuna emozione; suonò per lei Manforte, il più grande suonatore di pianoforte, ma l'amore non sbocciò; suonò per lei Max, il più grande suonatore di sax, ma Desideria non si innamorò...e così tanti altri si susseguirono, esibendosi al meglio che poterono, ma Desideria non riuscì a provare nessun sentimento per alcuno, limitandosi solo ad essere compiaciuta della loro bravura e niente più. Un bel giorno giunse a palazzo un ragazzo che disse a Desideria: "Mi permetta di dirle che lei all'interno della sua dimora non potrà mai innamorarsi e nessuno mai potrà riprodurle il suono che lei racchiude nel suo cuore, mi segua e la condurrò verso ciò che lei desidera." Desideria stentò a credere alle parole di quel fanciullo, ma volle seguirlo. Dopo un po' di cammino sopraggiunsero all'interno di un cortile in cui volteggiavano nell'aria tantissime rondini che garrivano. Che suono meraviglioso! A Desideria le si strinse il cuore; questo suono la richiamava ai ricordi intensi d'infanzia, al bel correre di un tempo, ai profumi del suo antico focolare, momenti vissuti ed irripetibili, ma tanto vivi da rappresentare per lei la sua àncora, il suo approdo di salvezza e sorrise. In seguito continuarono il cammino e Desideria, guidata dal misterioso ragazzo, sopraggiunse al mare. Lì udì lo stridio dei gabbiani. Che suono stupendo! Desideria provò un sentimento fortissimo e guardando intensamente il ragazzo gli chiese: "Qual è il tuo nome?" e lui rispose: "Libertà." Desideria s'innamorò di Libertà e rise... Correndo all'impazzata rise follemente, custodendo per sempre nel suo cuore l'àncora.